L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

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lunedì 25 marzo 2024

UN DIRITTO INTERNAZIONALE AD HOC. SOLO PER ISRAELE

di Cristina Franco


Caro Roberto,

ti mando un bel contributo su alcune questioni giuridiche riguardanti Israele, che mi sembra di particolare rilevanza in questo momento. L’articolo di Cristina Franco è già uscito sul sito dell’Associazione Italia-Israele, e so che Utopia Rossa in genere non riproduce articoli apparsi altrove; ma in questo caso forse si può fare uno strappo alla regola.

Nei confronti di Israele funziona una cosa molto strana, che non si riscontra in altri casi: tu, io e tanti altri critichiamo Putin e la Federazione russa per l’aggressione all’Ucraina,  chiediamo il ritiro delle sue truppe entro i propri confini, e magari un risarcimento all’Ucraina; ma non ci dedichiamo a proporre che la Russia venga distrutta. 

Si può concordare o meno con le scelte dei vari governi israeliani sia sul piano interno che nei confronti degli stati vicini. Ma le richieste che vengono fatte a Israele non vengono fatte a nessun altro.

L’ISIS ha appena rivendicato un atroce massacro a Mosca. 

Puoi immaginare qualcuno che dica: “In seguito al terribile attacco compiuto dall'ISIS a Mosca, invitiamo i russi a dar prova di moderazione e ad agire solo in conformità con le leggi internazionali. Chiediamo un cessate il fuoco immediato tra le parti. Inoltre, in Russia dovrebbe essere creato uno Stato libero dedicato all’Isis, ovvero due Stati per due popoli. Chiediamo ai russi di garantire una fornitura regolare di camion con cibo, carburante e attrezzature mediche ai membri dell’Isis fino a quando la questione non sarà risolta”.

Ma questo è proprio quello che si chiede ad Israele nei confronti di Hamas!

L’autrice è un avvocato di Savona, responsabile locale di Italia-Israele da alcuni anni, e molto attiva in iniziative che un tempo avremmo chiamato “di controinformazione”. 

In particolare segnalo a te e ai lettori di Utopia Rossa il 5 aprile la proiezione in anteprima di un film sulle atrocità del 7 ottobre 2023, che si terrà alle 18.00 nella sede della Provincia di Savona.  

Un caro saluto,

Luciano Dondero


È sempre più evidente il fatto che ci siano due categorie di diritto internazionale: quello che vale per tutti i paesi del mondo e quello appositamente tailor made che si applica e la cui ottemperanza è richiesta solo a Israele.

Preliminarmente, pare curioso che si debba invocare il diritto internazionale rispetto ad Israele allorché questo si stia confrontando con un’organizzazione terroristica come Hamas, che disconosce e calpesta qualsiasi ipotesi di diritto, umanitario e internazionale, che massacra, tortura, umilia e sequestra civili innocenti, fra i quali anziani donne e bambini, civili di cui non solo accetta la sofferenza ma di cui cerca la sofferenza. Secondo l’ordinamento internazionale, chi compie simili barbarie potrebbe e dovrebbe essere incriminato e giudicato e condannato da qualsiasi tribunale penale nazionale.

E la questione del diritto internazionale non è di poco conto, a maggior ragione per un piccolo paese che vive di commercio e relazioni con altri paesi e rispetto al quale il marchio di “illegittimità” rispetto al diritto internazionale apre voragini nelle sue stesse chances di difesa e persino di esistenza. Questo è ben noto ai nemici di Israele ed è per questo che ogni loro sforzo di comunicazione è concentrato sulla bollatura di qualsiasi attività o aspetto della vita e delle relazioni di Israele come “illegittimi”. A questo scopo, con la complicità nemmeno tanto mascherata di numerosi attori internazionali, deformando il diritto internazionale esistente ne creano uno ad hoc applicabile solo a Israele. Gli esempi sono numerosi.

mercoledì 20 marzo 2024

The International Association 

Friends of CeDInCI was born


ENGLISH - ITALIANO - ESPAÑOL - PORTUGUÊS


We, the undersigned, social researchers from different countries around the world, are the first members of the International Association of Friends of CeDInCI, founded in March 2024.

The aim of our Association is to support the work of CeDInCI, especially in a context where the aggressive policies by the new Argentinean government are putting its continuity at risk.

The Centre for Documentation and Research on Left-wing Culture (CeDInCI, by its Spanish acronym) is a non-profit civil association founded in the city of Buenos Aires in April 1998. Its primary goal is preserving the cultural heritage of the left and social movements in Latin America.  For 26 years, it has managed to assemble complete collections of the most important publications produced in the continent by political, cultural, trade union, student, human rights, women's and sexual dissidence organizations, becoming the main source of reference in studies on the left, both in Argentina and the whole region.

The CeDInCI's Newspaper Library currently holds 10.000 collections of periodicals, its Library has an estimated 160.000 volumes, its Archive safeguards 165 personal collections of activists, intellectuals and artist, 2000 political pins, 2500 posters, 6000 photographs, 300 old records and 40.000 flyers. It also holds around a hundred original works of art by renowned artists.

CeDInCI hosts researchers and research projects sponsored by scientific organizations from Argentina and abroad, housing a dozen Conicet researchers and another dozen doctoral and postdoctoral fellows. Its digital resources, such as the Latin American magazines portal AméricaLee and the Biographical Dictionary of the Latin American Left, as well as the sites Sex and Revolution and the image bank Imagoteca, are widely visited by researchers, journalists, educators and the general public.

CeDInCI's headquarters welcomes at least 2,000 readers yearly. A high percentage of them are scholarship holders from universities in Europe and America.

CeDInCI has received numerous recognitions for its work and heritage. In 2015, its Collection of the Southern Cone Workers' Press 1863-1973 was declared "Documentary Heritage of Latin America and the Caribbean" by UNESCO. In September 2018, it was awarded the Diploma of Merit as one of the "five best institutions of the last decade" awarded by the Konex Foundation. In April 2022, it finally opened its own headquarters in downtown Buenos Aires thanks to the support of the Friedrich Ebert Foundation.

However, these national and international recognitions do not prevent the ultraliberal and reactionary gale currently raging in Argentina from threatening CeDInCI’s existence. The Centre we are defending was born as a commitment to convert the dispersed and privatized heritage of the various social movements into a common heritage, available to all in a collective space and accessible both in person and virtually. But as we know, neoliberalism is above all a vast enterprise of appropriation not only of a country's natural resources, but also and above all of the social, political and cultural conditions of commonwealth. The neoliberal government rejects not only any form of regulation at the macroeconomic level, but also any form of social regulation, any form of decision-making by a social collective over its own destiny. Even elementary forms of social action such as the sharing of cultural heritage (a popular library) or the communal management of basic foodstuffs (a soup kitchen), today appear as obstacles that hinder the declared goal: a society atomized into possessive and competitive individuals, freed to the blind automatism of the free market. It is nothing other than the local version of the global expansion of the far right, which is putting democracy under strain in various latitudes.

In this context, and just a few days before its 26th anniversary, CeDInCI has seen an increase in the cost of maintaining its buildings and, at the same time, its financial resources and work team have been drastically reduced. The aggressive austerity policies by the national government have even eliminated the modest subsidy that CeDInCI, along with other scientific institutions in the country, received from the dismantled Ministry of Science and Technology. At the same time, taxes and local services (electricity, water, cloud, etc.) for its headquarters have skyrocketed.

The largest cultural and political archive of the left in Latin America, which safeguards the heritage of every protest, revolutionary, progressive, feminist and dissident movement on our continent, is therefore at risk.

We invite all those who encourage the work that CeDInCI has been doing for 26 years to support it by making a voluntary contribution of around 10 €/US$ per month, or an annual contribution of 100 €/US$. Payments can be made by clicking on the following link: https://cedinci.org/dona-cedinci/#suscripciones

We thank you for your cooperation. We would be grateful if you could pass this message on to all your contacts who are committed to supporting cultural heritage as a common good.


First members of the International Association of Friends of CeDInCI:


Enzo Traverso (Cornell University), Silvia Federici (State University of New York at Buffalo), Pablo Yankelevich (El Colegio de México), Daniel James (Indiana University), Bruno Groppo (Centre d’Histoire Sociale du XXe Siècle – Université de París I Panthéon Sorbonne / Università di Padova), Pierre Salama (professeur émérite des universités Sorbonne Paris Nord), Hanno Ehrlicher (Ruprecht Karls Universität Heidelberg), Arturo Taracena (UNAM-Mérida, México), Gerardo Caetano (Universidad de la República), Axel Gasquet (Université Clermont Auvergne – CNRS), Marcelo Ridenti (Unicamp), Roberto Massari (Massari editore, Red Utopia Rossa)…

lunedì 18 marzo 2024

NO HAY JUSTIFICACIÓN PARA EL POGROMO DE HAMAS

(Polémica con F.)

por Nathan Novik (Chile)


Tenemos visiones absolutamente diferentes con F. respecto a lo que presenta en sus artículos.

Esta justificando el pogromo que Hamas efectuo en Israel en un acto que no tiene memoria alguna el pueblo judío en esa magnitud: lo mas grave despues del holocausto. No sólo es "condenable" como lo señala F.: no basta con declararlo por salir del paso.  Ese tipo de acciones  no puede continuar en la impunidad!!

Israel es la víctima no lo es Hamás, como lo presenta F. El pueblo gazati tambien es victima de Hamás  que los utiliza como carne de cañón ya que los muertos son publicidad gratuita en favor de Hamas, tal  cómo lo aprovecha F. en su análisis para culpar de ello a Israel.

El mundo Civilizado junto  con Israel  son  victimas de esta Organizacion terrorista que en su Carta Fundamental señala con claridad que su prioridad como Organizacion es borrar a Israel del mapa y matar judíos.

¿Porque no se refiere a eso F.?

Ya tuvimos un diálogo al respecto en el día de hoy con varios de nuestros amigos que reflexionan. Un diálogo respetuoso y constructivo.

El diagnóstico  de lo que ocurre en este planeta está equivocado cuando se culpa a Israel como lo hace F. en sus artículos, tanto del pogromo como de la obligada tarea sucia que deben hacer  las Fuerzas de Defensa de israeI en desmantelar la fuerza destructiva que Hamas instaló en subterráneos bajo escuelas, hospitales, mezquitas y diversos edificios destinados a lo civil y no a almacenar armas y elementos para la destrucción.  ¿Porque F. no hace referencia a eso? ¿Acaso no es diabólico poner en peligro a gente inocente de esa manera?

F. en sus análisis no toma en cuenta nada de lo que es la realidad de Hamas como Organización terrorista. Ni siquiera  reconoce que es una Organizacion que prioriza la destruccion de Israel y la matanza de judíos.... Eso está explícito en la Fundación misma de Hamas como organización terrorista.... En su Carta Fundacional. Está a mano  en Internet

F. está en ese famoso y triste "doble estándar" de los derechos humanos: culpa a las víctimas de defenderse. Y justifica a los victimarios.

Toda la historia que se cuenta es sólo para terminar apoyando la accion de Hamas que al principio la reconoce como «condenable".

Jamas se refiere a que hacemos con lo "condenable" ¿Nos quedamos en eso y seguimos con Hamas instalado  en Gaza gobernando y manteniendo vivas  sus prioridades de borrar a Israel del mapa? ¿Y apoyandolo para que mate judíos?

No estimado F.; eso no se lo puedes pedir a nadie... Menos a los judíos.  Ya pasaron 2 mil años y la verdad es que los judios no desean aceptar tener que volver a sufrir ese tipo de situaciones: no más. Eso se acabó.

En estos momentos se trata del mundo civilizado quien ha de apoyar a Israel y presionar a Hamas en Gaza desarmando sus instalaciones y neutralizando su accionar. Necesitamos un planeta con líderes humanitarios que defiendan realmente los Derechos Humanos y no a las Organizaciones terroristas, excluyentes, autoritarias, crueles y violentas. No nos confundamos...

Es mucho más serio lo que está en juego. No sólo Israel: Toda la humanidad actual. Hoy es Israel y los judíos, mañana serán otros "infieles" quienes sufrirán  esa violencia...

Cordialmente pero muy entristecido por tu falta de diagnóstico de lo que ocurre y por la enorme confusión de tus artículos....

Te deseo que recapacites porque realmente te estimo.

Nathan

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Estimados/as:

La esencia de lo que A. señala lo quiero interpretar como el horror hacia el sufrimiento humano. Sobre todo producto de odiosidades enfermizas, excluyentes, dogmáticas y crueles.

Yo también comparto absolutamente esa sensación .

Eso mismo hace más urgente que nunca hacer un diagnóstico adecuado.

Seguir culpando a Israel por ese "trabajo sucio obligado" que implica el tener que entrar a Gaza a desarmar el aparato destructivo de Hamas para que de  acuerdo a su carta fundacional no logre "borrar del mapa a Israel y matar judios", NO ES una solucion sino sólo mantener el problema... No estamos en un problema "solo de Israel" sino de la humanidad civilizada o que a lo menos pretende llegar a serlo. Hoy es Israel, mañana será algun resto de "los infieles"...

Por eso, recientemente en otro mail,  los invité  a que difundamos que no deseamos más horror ni sufrimiento para nadie y que no deseamos organizaciones terroristas como Hamas cuyo fundamento es el odio, la exclusión, la violencia. Lo han declarado con claridad en su Carta Fundacional e Israel necesita que haya un trabajo Internacional mancomunado respecto a este tipo de Organizaciones, comenzando por la adecuada intervención en Gaza donde Israel sea relevado!! En lugar de atacar a Israel que el mundo no vuelva a traicionarlo como sucedió durante el nazismo. Que lo apoyen en una labor triste, ingrata, que es en rigor responsabilidad de la humanidad toda....

Pero que  no para la impunidad de estos desalmados... No darse cuenta de  quienes son Hamás y dejarlos "tranquilos" como algunos lo pretenden, es simplemente apostar a un desastre en nuestra humanidad.

Con mucha pena, preocupación y afecto,  invito a reflexionar, los que puedan a orar y a colaborar para un mundo mejor, reflexionando con apertura mental....

Un abrazo

Nathan 


Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.